Ritorna T.E.H.R, il festival, giunto alla settima edizione, che vuole raccontare temi legati ai diritti umani attraverso le arti e che, pur essendo una casa sempre aperta ad accogliere voci sui diritti, concentra, attraverso eventi di cinema, teatro, musica, mostre, incontri, conversazioni, nel mese di dicembre di ogni anno un programma, spalmato in varie location della Capitale e costruito in base al tema scelto per l’annualità e quest’ anno ha come titolo, La terra vittima della guerra. Partners di questa edizione sono, Università Roma tre, Fondazione Teatro Palladium, Nuovo Cinema Aquila, Aska News, Libreria Raponi, Casa Internazionale delle Donne, Indiecinema, Stati Generali delle donne, Rete del Caffè Sospeso, Festival Internazionale dei diritti umani di Napoli, Mediterraneo Festival Corto. “Quest’ anno ho voluto dedicare il tema del festival a La terra vittima della guerra, perché di fatto l’avidità e la stupidità dell’uomo ci può trascinare verso scenari molto oscuri e pericolosi. Le guerre hanno, da che esiste l’uomo provocato molte ferite all’umanità ma gli strumenti di distruzione che ha in mano l'uomo oggi sono davvero molto, molto invasivi e la natura è vittima silenziosa, che soffre di ferite forse mai più rimarginabili, gran parte del suo habitat è distrutto, molti paesi utilizzano animali come armi di guerra, dal 1950 al 2000 l‘80 per cento dei conflitti a fuoco ha danneggiato la biodiversità, inoltre stiamo distruggendo il futuro dei nostri giovani, i giovani combattono e muoiono in guerra, chi sopravvive avrà danni psicologici infernali, e dove non ci sono guerre di nuovo i giovani sono più esposti ai pericoli, ma soprattutto quale mondo stiamo lasciando ai giovani? T.E.H.R sta conquistando, anno dopo anno sempre più partecipazione di pubblico e coinvolgimento da parte di nuovi partners, in particolare mi piace evidenziare il crescente interesse proprio dei giovani, che dimostrano di essere attenti e sensibili su tematiche rivolte ai diritti umani” così Isabel Russinova, ideatrice e direttore artistico del Festival.
T.E.H.R. Cinema
(15 dicembre 2023 e 13 gennaio 2024)
Nuovo Cinema Aquila, 15 dicembre 2023
ore 15,30
African Dreamers, five true stories
Documentario, durata 78 minuti
Scritto e diretto da Davide Demichelis, Francesco Cavalli, Roberto Cavalieri, Angelo Ferrari, Raffaele Masto, Luciano Scalettari, Alessandro Rocca.
Il film racconta le storie di 5 giovani donne che vengono dal Kenya, Costa D Avorio, Tanzania, Repubblica Democratica del Congo, e che combattono pregiudizi e vecchie credenze e culture che violano i diritti umani universali.
Segue conversazione con gli autori.
La nostra direttrice artistica, Isabel Russinova, e Rodolfo Martinelli Carraresi premiano uno dei registi per aver saputo saputo promuovere tematiche rivolte ai diritti umani attraverso il cinema
Conversazioni T.E.H.R. Cinema - ore 17,30​
Conversazione con Fabio Del Greco, regista, sceneggiatore, produttore, ideatore e direttore artistico della piattaforma Indiecinema e Indiecinema Film Festival.
La nostra direttrice artistica, Isabel Russinova, a colloquio con Gianni Todini, direttore di Askanews, il regista Eugenio Attanasio e il regista Fabio del Greco
Ore 18.00
Donde los ninos non suenan
Documentario, durata 20 minuti
Scritto e diretto da Stefano Sbrulli
Il film denuncia le conseguenze drammatiche legate allo sfruttamento minerario in Perù.
Segue conversazione con il montatore Luca Marinacci
La nostra direttrice artistica, Isabel Russinova, intervista il montatore Luca Marinacci
ore 19,15
Rise and Shine
Cortometraggio, durata 10 minuti
Regia di Alessandro Zonin
Con Miguel Gobbo Diaz e William Michael Roberts.
Il film racconta la guerra in un’ insolita e drammatica drammaturgia con protagonisti due giovani soldati.
Segue conversazione con l’ autore e con uno degli attori protagonisti.
La nostra direttrice artistica, Isabel Russinova, e Rodolfo Martinelli Carraresi premiano uno dei registi per aver saputo saputo promuovere tematiche rivolte ai diritti umani attraverso il cinema
La nostra direttrice artistica, Isabel Russinova, insieme ad uno dei due protagonisti del film.
ore 20.00
I volti della memoria
Documentario, durata 50 minuti
regia Isabel Russinova e Rodolfo Martinelli Carraresi
La guerra e la condizione del confine orientale italiano e delle famiglie costretto all’ esodo nel secondo dopoguerra del secolo scorso, attraverso i ricordi di alcuni degli ultimi testimoni.
Il film ci ricorda, ancora una volta come la guerra e gli interessi riescono a trasformare l uomo , spingendolo nella spirale efferata vergognosa, assurda e violenta, calpestando ogni diritto dignità umana.
ore 21.15
Figli del Minotauro, storie di uomini e animali
Docufilm, durata 75min
Regia Eugenio Attanasio
Il documentario racconta la transumanza attraverso la storia di una famiglia di allevatori, per essere metafora del cammino che vede uomini e animale uniti verso un futuro ecologico. Il film è una riflessione sulla storia, sull’ arte, sull’allevamento non industriale e sui rapporto dell’ uomo con la natura.
La nostra direttrice artistica, Isabel Russinova, e Rodolfo Martinelli Carraresi con il regista Eugenio Attanasio, con l'attestato di T.E.H.R. Festival
Spazio OFF - Piazza San Cosimato - 13 gennaio 2024
Spazio OFF - Piazza San Cosimato
Introduce Federico Raponi
IRREGULAR - In anteprima assoluta a Roma
Docu fiction - durata 89 min.
Regia Fabrizio Catalano e Fatima Lazarte - Bolivia 2022
Il film parte dalla diversità del mondo femminile per proporre il matriarcato come risposta ai problemi della società contemporanea.
​
Partecipa, Suor Gabriella Bottani, già coordinatrice internazionale di Tahita Kum, la rete globale che combatte la schiavitù moderna, da anni lotta contro la tratta di esseri umani e in particolare delle donne.
Conversazione con Federico Raponi, Fabio Lombardi (musicista e montatore), Isabel Russinova e Suor Maria Bottani
T.E.H.R. Arte
(18 dicembre 2023)
Casa internazionale delle donne – via della Lungara ( RM)
Sala in Gargiola, 18 dicembre 2023, ore 18,00
Mostra d’ arte collettiva tematica
"La terra vittima della guerra"
a cura di Paola Aleandri e Maria Cristina Martinelli Carraresi
A cura di Maria Cristina Martinelli Carraresi e Paola Aleandri
In occasione della settima edizione del T.E.H.R Festival, il programma si è arricchito con una significativa novità: l’introduzione di un evento dedicato alle arti visive, ampliando così il panorama delle discipline rappresentate e offrendo una nuova dimensione di riflessione culturale. La mostra “La terra vittima della guerra" ospitata presso la Casa Internazionale delle Donne a Roma, artisti di calibro internazionale e giovani emergenti, uniti nel raccontare l'impatto devastante dei conflitti della guerra sulla natura e sull’umanità.
Le opere esposte hanno esplorato il tema in profondità, con linguaggi visivi che spaziano dalla fotografia alla pittura, dalla scultura al disegno.
Lo spettatore è accolto dai dipinti di Ludovica Andrea che offrono un potente contrasto emotivo: da un lato, Madre Natura in lacrime, un simbolo della sofferenza inflitta al pianeta dai conflitti; dall’altro, una visione di serenità e bellezza incontaminata. Questo dualismo invita a riflettere non solo sui danni, ma anche sulle possibilità di rigenerazione.
A pochi passi, le opere di Maria Cristina, le due sculture si presentano come potenti riflessioni sulla condizione umana e le sue brutalità. La prima opera consiste in un globo circondato da filo spinato, la cui superficie è ricoperta da titoli di giornale che raccontano le atrocità della guerra, come “Fosse comuni”, “Altrosangue, sei decessi e 15 feriti”, “Orrore”, “Dolore”,etc. . Con questa scelta, l'artista intende sottolineare come le notizie di violenza e sofferenza siano diventate una parte integrata della nostra realtà, mostrando la brutalità di un mondo che abbiamo ormai normalizzato. Il filo spinato, invenzione umana, diventa il simbolo di una trappola autoimposta: l’uomo, con le sue guerre, imprigiona non solo il mondo esterno ma se stesso in un ciclo senza fine di distruzione. l'artista ci spinge ad aprire gli occhi e a risvegliare la nostra coscienza, sollecitandoci a prendere posizione contro l'indifferenza e l'inazione che caratterizzano il nostro tempo. La seconda scultura, invece, rappresenta un globo completamente realizzato con filo spinato, ma non avvolge nulla: è essa stessa una struttura chiusa e opprimente. A questa figura si aggiunge il muschio, che viene trafitto dai pungiglioni del filo spinato, creando un contrasto tra la brutalità della materia e la vita che essa ferisce. In quest'opera, Maria Cristina vuole simboleggiare il male che l’uomo infligge alla Terra. Il filo spinato, con la sua natura distruttiva, non solo danneggia la natura, ma la trasforma in un luogo inospitale e ostile. L'incontro tra il filo spinato e il muschio, delicato e vitale, sottolinea il contrasto tra l’aggressione umana e la fragile bellezza del mondo naturale. Con questa scultura, l’artista ci invita a considerare come le azioni dell’uomo stiano progressivamente separandoci dalla nostra essenza più profonda, distruggendo l'armonia con la natura e innescando un processo autodistruttivo che non fa altro che allontanarci dalla nostra stessa umanità.
Nel cuore della sala, i lavori di Gleba Ganichev aggiungono intensità al racconto. Il suo quadro astratto, con i colori che si agitano come lingue di fuoco, trasmette un senso di distruzione inarrestabile. Al fianco, un’altra opera ritrae un uomo trafitto da frecce, una rappresentazione viscerale del martirio umano che la guerra porta con sé, sia fisicamente che psicologicamente.
Le sculture di ZERO ampliano il dialogo. Con il loro surrealismo evocativo, le opere sembrano raccontare la fragilità della Terra e la necessità di immaginare nuove forme di armonia per superare il caos. Le sue forme, fluide e visionarie, rivelano un mondo sospeso tra distruzione e rinascita.
A chiudere il cerchio, il dipinto La dama della speranza di Maya Kokocinski Molero spicca per la sua poetica. Immersa in un’atmosfera di realismo magico, la dama porta una luce, un simbolo della resilienza che resiste anche nei momenti più bui. Accanto, il carboncino The Pressure of Oppression di Antonio Martinelli Carraresi raffigura un’umanità schiacciata da se stessa. Il tratto intenso e drammatico dell’opera suggerisce l’incessante pressione delle ingiustizie, trasformando il dolore in un invito alla resistenza.
Le fotografie di Carlo Bellincampi, arricchite dai segni di Mario Schifano, aggiungono una dimensione di memoria e trasformazione. I ritratti catturano momenti di vita e personaggi iconici, mentre le sovrapposizioni pittoriche di Schifano li reinterpretano, intrecciando realtà e visione artistica.
Infine, le immagini di Angelo Franceschi completano il racconto con la loro crudezza e autenticità. Come un diario visivo dei danni della guerra, le sue fotografie catturano la devastazione con uno sguardo che non cerca spettacolarizzazione, ma verità.
“La terra vittima della guerra” non è solo una mostra: è un viaggio nella sofferenza, nella speranza e nella responsabilità. Ogni opera ci sfida a interrogarci su ciò che stiamo facendo al pianeta e su come possiamo scegliere di agire per salvaguardarlo, ricordandoci che la Terra, pur ferita, può ancora essere il luogo di un futuro migliore.
​
Partecipano:
Angelo Franceschi, Fotografia, Maestro della fotografia, fotoreporter per La Repubblica,
ha all’ attivo molti premi e molte mostre personali su territorio nazionale ed internazionale, Maestro Francesco Zero, scultore surrealista pluripremiato, ha esposta in tutto il mondo, Maya Kokocinski Molero, pittrice, la sua poetica pittorica si muove nelle atmosfere surreali del realismo magico, ha esposto in tutto il mondo ricevendo molti prestigiosi riconoscimenti, è figlia del pittore, scultore, scenografo Alessandro Kokocinski e dell’ attrice Prudencia Molero ( pittura ad olio), Antonio Martinelli Carraresi, (interessante giovanissimo artista emergente, le sue opere in mostra hanno riscosso molte interesse (disegno , carboncino su carta ),Carlo Bellincampi (con Mario Schifano), Maestro della fotografia, nella sua brillante carriera ha ritratto tanti personaggi e personalità del nostro tempo. Gleba, interessante giovane artista russo, Ludovica Andrea, giovane artista che ha scelto di percorrere tematiche sociali per la creazione dei suoi soggetti. Maria Cristina, giovane artista emergente (Scultura).
Acrilico e acquarello su carta 100x65cm , 2020
tecnica mista, 85x 70, 1990
T.E.H.R. Libri
(18 dicembre 2023)
Casa internazionale delle donne – via della Lungara ( RM)
Sala in Gargiola, 18 dicembre 2023, dalle ore 16,30
incontro letterario, alla presenza degli autori
Prima che chiudiate gli occhi
di Morena Pedriani Errani, Giulio Perrone Editore
La nostra direttrice artistica, Isabel Russinova, con l'editore del romanzo di esordio della ventisettenne Morena Pedriali Errani
Burqa Queen
di Barbara Schiavulli, Radio Bullets ed
La nostra direttrice artistica, Isabel Russinova, con l'autrice Barbara Schiavulli
T.E.H.R. Musica
(13 gennaio 2024)
Spazio OFF - Piazza San Cosimato
I Manifesto
concerto tra musica e parole Alessandro Orfini e Valerio Imperiale
Il duo di giovanissimi e talentuosi musicisti che hanno incantato il pubblico di X FACTOR, raccogliendo anche molti consensi di critica oltre che di pubblico, partecipano al Festival con una proposta inedita ispirata al tema dell’ annualità, La terra vittima della guerra, continuando il loro impegno nell’affrontare tematiche sociali attraverso la musica.
Il duo in concerto
T.E.H.R. Teatro
(15 gennaio 2024)
Roma, Teatro Palladium, ore 20,30
Eva degli Iris
​
di e con Isabel Russinova, musica M° Alessandra Prozzo
Regia Rodolfo Martinelli Carraresi
Omaggio a Eva Mameli Calvino - Prima donna, scienziata, botanica italiana e attivista per il benessere del pianeta.
​
Introduce Prof. Luca Aversano, Università Roma Tre, DAMS, Fondazione Teatro Palladium
La nostra direttrice artistica, Isabel Russinova, pronta a entrare in scena